CANZONI CON VISTA: MEZZO SECOLO DI VIDEOCLIP

In mostra gli apparecchi originali Cinebox e Scopitone oltre 500 filmati a colori d’epoca, più di 700 fotografie e manifesti con gli artisti testimonial delle macchine che inventarono la videopromozione delle canzoni.

A cura di Michele Bovi

8 – 16 novembre 2008

orari di apertura: tutti i giorni dalle 17.00 alle 23.00

Palazzo Venezia – Sala Mappamondo Via del Plebiscito, 118 - Roma

Il videoclip compie mezzo secolo: alle origini era un filmato a colori realizzato per il Cinebox, juke-box con lo schermo di produzione italiana. Luigi Tenco, Giorgio Gaber, Bobby Solo, Fausto Leali, Tony Renis, Gianni Morandi, ma anche Vittorio De Sica e l’americano Frankie Avalon, furono testimonial del Cinebox, l’apparecchio che nel 1959 fu presentato sul mercato mondiale come “la bomba cinemusicale del secolo”. Il Cinebox trasmetteva gli antenati del moderno videoclip. Dunque una primogenitura rigorosamente tricolore per il più tradizionale veicolo pubblicitario della canzone. La prima pellicola a colori realizzata per la promozione di un brano musicale non è nata infatti a New York, a Hollywood o a Londra, bensì a Roma nel 1958, grazie all’accordo stabilito tra Pietro Granelli, di professione inventore e Paolo Emilio Nistri, consigliere delegato della Ottico Meccanica Italiana, un’azienda leader in Europa nel settore degli strumenti ottici di precisione. Dall’alleanza d’affari tra i due scaturì l’avventura del Cinebox, il juke-box ad immagini per il quale fu appunto concepito l’utilizzo del filmato a colori da circa 3 minuti che negli anni Settanta assunse il nome di videoclip. L’apparecchio fu presentato nell’aprile del 1959 al Circolo della Stampa Romana a Palazzo Marignoli e nei due mesi successivi esposto alla Fiera di Milano e alla Fiera di Roma che inaugurava la nuova sede di via Cristoforo Colombo. Le prime pellicole erano interpretate da Renato Carosone, Don Marino Barreto Jr, Domenico Modugno, Peppino Di Capri, Nilla Pizzi, Tonina Torrielli, Wera Nepi. Un anno dopo Nistri cedette il progetto ad Angelo Bottani, un imprenditore milanese collaboratore del presidente dell’Inter Angelo Moratti, che attraverso la SIF (Società Internazionale di Fonovisione) con sede a Milano in Via Matteotti 10 e succursali in tutta Europa e negli Stati Uniti, propose l’apparecchio sui mercati di tutto il mondo. L’iniziativa scatenò una guerra commerciale tra Italia, Francia (che un anno dopo il debutto del Cinebox iniziò a produrre e commercializzare un apparecchio analogo, lo Scopitone) e Stati Uniti, e una straordinaria sfida artistica tra registi esordienti come Claude Lelouch, Francis Ford Coppola, Robert Altman, i nostri Vito Molinari e Enzo Trapani, il tutto inserito in una cornice inquietante che vide in veste di protagonista Cosa Nostra e segnatamente le famiglie di Vito Genovese e Lucky Luciano. La Commissione Anticrimine diretta dal senatore Robert Kennedy decretò la fine dell’avventura. Alla storia del Cinebox e dello Scopitone è dedicata una mostra allestita a Roma nella Sala del Mappamondo di Palazzo Venezia, nell’ambito del Festival di Palazzo Venezia. In esposizione ben quattro di quegli apparecchi – 2 Cinebox, 1 Scopitone francese e uno Scopitone americano, tutti perfettamente funzionanti - contenenti ciascuno 40 pellicole originali a colori di brani dell’epoca; centinaia di fotografie e manifesti originali rappresentanti artisti italiani e stranieri testimonial del Cinebox (da Giorgio Gaber a Gianni Morandi, da Vittorio De Sica a Frankie Avalon); oltre 500 filmati di Cinebox e Scopitone in riproduzione continua.