IL SILENZIO A COLORI

di Michelangelo Antonioni


a cura di Enrica Antonioni

progetto Renzo Piano

Tempio di Adriano, Roma

29 settembre – 22 ottobre 2006

mostra promossa da: Comune di Roma – Assessorato alle Politiche Culturali, Dipartimento Cultura; Camera di Commercio di Roma; Regione Lazio

in collaborazione con: Festa Internazionale del Cinema di Roma; Doc Fest – Garad srl; Casa delle Letterature; Casa del Cinema

Non so perché Michelangelo abbia deciso di consegnare alla pittura il suo silenzio, ma posso intuirlo. È perché lui pittore lo è sempre stato. Con il colore (“Il deserto rosso”). Con i suoi ingrandimenti sgranati al limite dell’astrazione (“Blow up”), ma ancora di più con quella celebre esplosione in “Zabriskie Point” (una vera e propria sequenza di quadri astratti in movimento: sono certo che Robert Rauschenberg li deve aver studiati attentamente). Pittore quindi, anche. Pittore perché ha inquadrato ed esplorato per tutta la vita, nei suoi primi piani, occhi, pietre, mani, alberi, bocche, foglie e frigoriferi esplosi, ed ora ce li restituisce silenziosamente, per frammenti.

Grazie Michelangelo, non finirai mai per stupirci.

Renzo Piano


Vedere per noi registi è una necessità. Anche per un pittore il problema è vedere. Ma mentre per il pittore si tratta di scoprire una realtà statica, o anche un ritmo, ma un ritmo che si è fermato nel segno, per il regista il problema è cogliere una realtà che si matura e si consuma, è porre questo movimento, questo arrivare e proseguire, come una nuova percezione.

Michelangelo Antonioni, 1963